martedì 10 marzo 2015

Del mio primo compleanno in Giappone

Sono passati più di otto mesi da quando sono venuta a vivere in Giappone. E ancora di più sono quelli passati dalla nascita di questo blog. Ero ancora in Italia quando lo creai, l'intento era quello di condividere quanto più possibile quella nuova vita che di lì a poco mi sarebbe presentata davanti. Eppure giorni, settimane, mesi sono passati da allora, senza che trovassi lo stimolo per presentarmi.
Valentina, da ieri 29 anni. Nata e cresciuta a Roma, ma ho vissuto per 7 anni nell'incantevole quanto umida Venezia per proseguire i miei studi in Architettura.
La mia vita accademica con il Giapponese non ha mai avuto nulla a che fare, fino al giorno in cui ho avuto la possibilità di frequentare il corso di Cultura e Società del Giappone contemporaneo, tenuto dalla Prof. Paola Scrolavezza all'università Ca' Foscari di Venezia.
Un incontro con il Giappone tutto sommato breve, ma che ha creato nel mio cuore uno spazio tutto nuovo, che pian piano, sgomitando dolcemente, è diventato motivo di scelte importanti.

Ieri era sfortunatamente una giornata di pioggia. Incessante, dalla mattina fino alla sera, ha bagnato il giorno del mio 29 esimo compleanno.
Ho lasciato Maki che ancora dormiva nella mia stanza. Avvolto nel futon, con gli occhi chiusi mi ha accennato un itterasshai (traducibile con un nostro buona giornata) e sono uscita di casa, per dirigermi come ogni giorno alla scuola di lingua  Giapponese, in Shibuya, Tokyo.
Un lancinante mal di testa mi ha accompagnato per tutta la giornata, persino la voce dell'insegnate sembrava fondersi con il pulsare delle vene della tempia. 
Nessuno dei miei compagni accennò un Omedetou, ovvero buon compleanno. Non che mi aspettassi grandi celebrazioni, ma che passasse così in sordina, un pò mi aveva rattristito.
Al suono della classica campanella Giapponese (se siete amanti degli anime giapponesi, ce l'avrete sicuramente presente!) nell'atrio della scuola i miei compagni si raggruppano intorno ad un tavolo, nascondendo una fetta di cheesecake con una candelina accesa.
Happy birthday to you, happy birthday to you, happy birthday Vale-san, happy birthday to you!!
Tre desideri da esprimere, di cui due detti ad alta voce e poi, fuuuu! spenta la candelina.
Mai mi sarei aspettata una tale sorpresa. Da quel momento la giornata prese una piega diversa, tutta piena di sorprese, che mi avrebbe riscaldato in cuore nonostante il cupore di una Tokyo ancora invernale.

Mitsukoshi Mae. Il quartiere di Tokyo che più mi affascina. Grattacieli, uffici e aria sontuosa caratterizza la zona direzionale della città.
E' qui che ho appuntamento con Maki per andare a cena fuori. Dalla stazione della metro fino al ristorante abbiamo attraversato gli eleganti atri della Mitsui Tower. Dove mi stesse portando non ne avevo la benchè minima idea. D'altronde il tutto doveva rimanere una sorpresa.


L'ascensore impiega qualche secondo ad arrivare al piano, per la precisione al 38esimo piano.
Arriviamo alla reception, e la mia bocca rimane per tutto il tempo aperta. Vetrate dal pavimento al soffitto permettano la vista spettacolare dei grattacieli intorno. 
Era un ristorante italiano dall'aria formale ed elegante. Dal vino fino al dolce, mi sono goduta quella cena come una principessa.






A fine pasto nella penombra del ristorante, arriva una scintillante torta di compleanno con tanto di candeline ed auguri in Italiano. Una torta al cioccolato setteveli ottima!
Se solo Maki non fosse tornato al tavolo con un pacchettino dorato, sarei probabilmente,riuscita a trattenere le lacrime. E invece, quella scatolina dall'aria elegante, era lì sul tavolo , tutta per me.








Akete ne. Aprilo dai.


Un gattino che guarda la luna, racchiuso in un ciondolo di oro rosato. Da quando sono in Giappone, chissà perchè sono diventata amante dei gatti. Così peluche di mici mi fanno compagnia nel letto, e di tanto in tanto ci divertiamo a dar da mangiare alla famigliola di gatti selvatici vicino casa mia.

Una serata indimenticabile. E le sorprese non erano ancora finite.
Riprendiamo il treno per tornare ognuno rispettivamente alle proprie case. Io in Tamaplaza (nella prefettura del Kanagawa) e Maki in Futakotamagawa (in Tokyo). Fortunatamente viviamo decisamente vicini, 10 minuti di treno.
Rientrando in camera, noto che Maki prima di lasciarla aveva riordinato tutto. Mi ci sono voluti un pò di secondi per notare il coloratissimo mazzo di fiori sulla mia scrivania.
Fuori continuava a piovere incessantemente, e quasi per imitare quel tempo dispettoso, ancora una volta sono scese giù lacrime, questa volte non composte. Un pianto sonoro che l'intimità della mia camera finalmente mi permetteva.

Shiawase da.
Sono felice.